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SAN GIORGIO DELLE PERTICHE

Il territorio si estende per 18,80 kmq a nord di Padova ed è popolato da 7.400 abitanti. E’ attraversato da diversi corsi d’acqua: Tergola, Vandura, Tergolino, Muson dei Sassi e Piovego che rendevano un tempo i terreni acquitrinosi e inospitali e che i Romani provvidero a regolare e arginare. Questa infatti è terra di centuriazione romana, lungo l’antica via Aurelia, diretta da Padova ad Asolo, oggi Statale del Santo.

Dopo i Romani, tra le popolazioni che percorsero e si insediarono nel territorio, furono forse i Longobardi a lasciare una traccia più concreta, se è vero che il toponimo “San Giorgio” si riferisce Santo caro a questa popolazione (oltre a San Michele) e “Pertiche” alla particolare usanza funeraria, di cui parla Paolo Diacono nella “Historia Longobardorum”, riferibile alle lunghe aste sormontate da una colomba per venerare i loro cari morti in terre lontane.

Altri si rifanno al termine di misura terriera romana, la “pertica”.

Il termine San Giorgio si trova per la prima volta nelle disposizioni testamentarie di Milone di Giovanni Ponga, mentre poco dopo, nel 1155, appare in un atto di investitura nella forma completa di San Giorgio delle Pertiche. In quei tempi, il luogo era sotto la giurisdizione del Vescovo di Padova, che vi possedeva un castello con torri e palazzo dominicale e governava il territorio con “uomini di Comune” chiamati “marici” e con Statuti particolari, che furono tra i primi ad essere redatti nel Padovano.

Il castello che sorgeva probabilmente dove ora è la parrocchiale fu distrutto agli inizi della dominazione veneziana. Rimase la torre adibita poi a campanile della chiesa e più volte sopraelevata.

Nel territorio del Comune, costituito dal capoluogo San Giorgio e dalle frazioni di Arsego e Cavino, vivono realtà economiche industriali, artigianali e commerciali, accanto all’agricoltura che, nonostante la crisi, viene ancora praticata. Più diffuse sono le fabbriche di mobili, meccaniche, metallurgiche e di confezioni, soprattutto ad Arsego, il centro più industrializzato.

Cavino ha legato il suo nome ad un famoso medaglista del Cinquecento, Giovanni da Cavino, rinomato rappresentante del Rinascimento padovano.

Cavino

 


Già all’inizio del XIII secolo la chiesa di San Giorgio era pieve e nella decima papale del 1297 le appartenevano le chiese di Santa Maria di Panigale, quella di Arsego, di Campodarsego, di Santa Giustina in Colle, di Fratte e di San Martino “de Carbantone”.

chiesa

 

Subì diverse ricostruzioni e rimaneggiamenti e tra il 1838 e il 1868 fu impostata nella sua struttura attuale, completata nella facciata neoclassica nel 1932. L’imponente casa canonica risale, nella sua struttura originaria, al Seicento, ed è ammirata da San Gregorio Barbarigo nella sua visita del 1669.

La torre campanaria fu elevata e risistemata nella prima metà del Settecento, tanto da suscitare l’ammirazione del cardinal Rezzonico nella sua visita del 1744.

Essa mantiene ancora la suggestiva struttura medievale ed è stata oggetto di recenti restauri per rinsaldare la muratura, rafforzare le fondazioni e mantenere in sicurezza l’inclinazione che sembra essersi accentuata in questi anni.

torre piccola

 

A Torre de’ Burri esisteva una fortificazione a mo’ di torrione per la difesa delle acque che in quel punto si incrociano, abbattuto dai Veneziani nel 1557. Notevole una villa settecentesca degli Scudolanzoni, ora Prevedello.

Una manifestazione di forte richiamo è il Carnevale Sangiorgese, uno dei più rinomati della zona. Ad Arsego invece è sempre molto frequentata la Fiera, alla terza domenica e il lunedì successivo di ottobre, istituita nel 1744 dal doge Pietro Grimani, con permesso concesso ai fratelli Soranzo, nobili veneziani che avevano qui la loro villa e poderi, acquistati poi dalla famiglia Pugnalin.

Arsego deriva probabilmente il suo nome da un fiumicello, cantato anche dal Bembo, che scorreva nel suo centro e che scomparve con la canalizzazione del Piovego. Il paese si trova citato per la prima volta in un atto del vescovo Bellino nel 1130. Si ha notizia della chiesa da un testamento del 1161 e nel 1297 si documenta la titolazione a San Lamberto cui venne aggregato San Martino di Tours. L’attuale edificio religioso risale alla prima metà del Settecento, con posteriori aggiunte e ampliamenti.

chiesa piccola

In località Cocche sorge la chiesetta della Mercede, eretta nel 1837 per l’immunità di quella contrada dal colera.

Cavino deve il suo nome alla particolare configurazione del suolo, ai margini del Graticolato romano, e si costituisce come parrocchia autonoma in epoca recente, nel 1941. Prima della chiesa esisteva un antico sacello dedicato alla Madonna Addolorata. Negli anni dell’ultima guerra, la chiesa ha ospitato le urne di San Gregorio Barbarigo e di Giordano Forzatè, traslate dalla cattedrale di Padova per questioni di sicurezza. E’ dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

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